SAN BENEDETTO DEL TRONTO, LOCALITA' PONTEROTTO, 12 GIUGNO 2024
Dall’aprile del 1944 le formazioni partigiane operanti nel nostro territorio erano:
“Zara” (comandata dall’omonimo maresciallo) – nella zona di Monteprandone;
“Capriotti” (comandata da Augusto Capriotti) – nella zona di Offida:
“Colagiacomi” (comandata dal tenente Domenico Colagiacomi) – nella zona di Acquaviva Picena.
L'11 giugno 1944, nel pomeriggio, arrivarono nella frazione “Ponterotto” alcune camionette, con a bordo tedeschi in ritirata, che pretesero vitto e alloggio.
Il 12 giugno, in mattinata, cinque tedeschi, che occupavano la casa di Salvatore Spinozzi, durante un’operazione di razzia sequestrarono una bicicletta, che una donna aveva lasciato appoggiata ad un muro, nei pressi di un negozio di generi alimentari.
La donna, nel tentativo di recuperare il mezzo, piangendo, raccontò l’accaduto a Neutro Spinozzi, che, in compagnia di un certo Benci, passava da quelle parti.
Neutro Spinozzi, ex segnalatore della Regia Marina, dopo l'armistizio, era rientrato da Spalato, affrontando una pericolosa traversata. Uomo di provata fede antifascista era inizialmente aggregato alla Formazione Paolini e poi alla Formazione Zara, di stanza nella zona "Ponterotto".
Neutro ordinò al Benci di recuperare la bicicletta e di riconsegnarla alla legittima proprietaria.
Il militare tedesco, non trovando all'uscita di casa la bicicletta, cominciò a sparare colpi di pistola in aria, cercando di raggiungere il gruppo con la bici, che si dirigeva verso il ponte sul torrente Albula.
Nel frattempo ai due patrioti si era aggregato il fratello di Neutro, Salvatore Spinozzi, che rientrava dalla campagna.
Il tedesco raggiunto il gruppo tentò di riprendersi la bicicletta, ma Neutro si oppose. Il militare spaventato dalla prestanza fisica del patriota, reagì estraendo la pistola, tentando di sparare. Neutro lo aggredì prontamente, colpendolo fino a tramortirlo e s'impadronì dell'arma in tempo utile per rispondere ai colpi di pistola di un altro militare tedesco, accorso in aiuto.
Neutro venne ferito; anche il tedesco, che gli aveva sparato, venne raggiunto dai colpi del patriota.
Qualcuno avvisò il comando tedesco di base in località “la Quercia” di Acquaviva Picena.
Sul posto arrivò velocemente una camionetta, armata di mitragliatrice.
Il commissario prefettizio, Pippo Anelli, si era già portato sul posto, ma avvertito il pericolo imminente, si rifugiò in una casa vicina e, saltando poi dalla finestra posta sul retro dell’edificio, si dileguò, attraversando un campo di grano. I tedeschi diressero immediatamente il fuoco dei fucili mitragliatori verso il campo, ma non riuscirono a colpirlo.
Il brigadiere Elio Fileni, addetto all’ordine pubblico di quella frazione, si avvicinò al campo d’azione per tentare l’impossibile, ma venne catturato, torturato, ucciso e spogliato di tutti i valori.
Il mitragliamento continuò e Neutro Spinozzi fu colpito a morte, mentre suo fratello Salvatore, ferito alle gambe, tentando di rotolarsi dalla scarpata, venne raggiunto da un militare tedesco, che gl'inferse il colpo di grazia alla testa.
I tedeschi si portarono verso il centro dell’abitato sparando all’impazzata. Una sventagliata di mitra venne diretta verso una finestra dove erano affacciate delle donne, rimaste fortunatamente incolumi, perché ritiratesi in tempo.
Se avessero perquisito lo stabile, probabilmente ci sarebbe stata una strage perché, al piano terra, nell’ufficio del Commissario Prefettizio, c'era un deposito di armi.
Le strade della frazione rimasero deserte; tutti gli abitanti si rifugiarono nelle proprie case.
I militari tedeschi rastrellarono uomini donne e ragazzi. Filippo Vagnoni e Filippo Formentini vennero messi al muro dell’abitazione di quest’ultimo, simulando un'esecuzione, a scopo intimidatorio.
Il timore di una rappresaglia era grande, ma, quando i tedeschi accertarono che non si trattava di un’azione partigiana armata e che l’incidente era stato causato da un loro camerata, il tenente di pattuglia ordinò il rilascio degli ostaggi.
L'ufficiale, avendo considerato che Neutro Spinozzi era disarmato e il Fileni era accorso per sedare lo scontro, si limitò a bruciare le case di Pasquale Piunti, ove si era rifugiato il Commissario Prefettizio Anelli e quella di Attilio Bollettini, che era di fronte.
Il 12 giugno, in mattinata, cinque tedeschi, che occupavano la casa di Salvatore Spinozzi, durante un’operazione di razzia sequestrarono una bicicletta, che una donna aveva lasciato appoggiata ad un muro, nei pressi di un negozio di generi alimentari.
La donna, nel tentativo di recuperare il mezzo, piangendo, raccontò l’accaduto a Neutro Spinozzi, che, in compagnia di un certo Benci, passava da quelle parti.
Neutro Spinozzi, ex segnalatore della Regia Marina, dopo l'armistizio, era rientrato da Spalato, affrontando una pericolosa traversata. Uomo di provata fede antifascista era inizialmente aggregato alla Formazione Paolini e poi alla Formazione Zara, di stanza nella zona "Ponterotto".
Neutro ordinò al Benci di recuperare la bicicletta e di riconsegnarla alla legittima proprietaria.
Il militare tedesco, non trovando all'uscita di casa la bicicletta, cominciò a sparare colpi di pistola in aria, cercando di raggiungere il gruppo con la bici, che si dirigeva verso il ponte sul torrente Albula.
Nel frattempo ai due patrioti si era aggregato il fratello di Neutro, Salvatore Spinozzi, che rientrava dalla campagna.
Il tedesco raggiunto il gruppo tentò di riprendersi la bicicletta, ma Neutro si oppose. Il militare spaventato dalla prestanza fisica del patriota, reagì estraendo la pistola, tentando di sparare. Neutro lo aggredì prontamente, colpendolo fino a tramortirlo e s'impadronì dell'arma in tempo utile per rispondere ai colpi di pistola di un altro militare tedesco, accorso in aiuto.
Neutro venne ferito; anche il tedesco, che gli aveva sparato, venne raggiunto dai colpi del patriota.
Qualcuno avvisò il comando tedesco di base in località “la Quercia” di Acquaviva Picena.
Sul posto arrivò velocemente una camionetta, armata di mitragliatrice.
Il commissario prefettizio, Pippo Anelli, si era già portato sul posto, ma avvertito il pericolo imminente, si rifugiò in una casa vicina e, saltando poi dalla finestra posta sul retro dell’edificio, si dileguò, attraversando un campo di grano. I tedeschi diressero immediatamente il fuoco dei fucili mitragliatori verso il campo, ma non riuscirono a colpirlo.
Il brigadiere Elio Fileni, addetto all’ordine pubblico di quella frazione, si avvicinò al campo d’azione per tentare l’impossibile, ma venne catturato, torturato, ucciso e spogliato di tutti i valori.
Il mitragliamento continuò e Neutro Spinozzi fu colpito a morte, mentre suo fratello Salvatore, ferito alle gambe, tentando di rotolarsi dalla scarpata, venne raggiunto da un militare tedesco, che gl'inferse il colpo di grazia alla testa.
I tedeschi si portarono verso il centro dell’abitato sparando all’impazzata. Una sventagliata di mitra venne diretta verso una finestra dove erano affacciate delle donne, rimaste fortunatamente incolumi, perché ritiratesi in tempo.
Se avessero perquisito lo stabile, probabilmente ci sarebbe stata una strage perché, al piano terra, nell’ufficio del Commissario Prefettizio, c'era un deposito di armi.
Le strade della frazione rimasero deserte; tutti gli abitanti si rifugiarono nelle proprie case.
I militari tedeschi rastrellarono uomini donne e ragazzi. Filippo Vagnoni e Filippo Formentini vennero messi al muro dell’abitazione di quest’ultimo, simulando un'esecuzione, a scopo intimidatorio.
Il timore di una rappresaglia era grande, ma, quando i tedeschi accertarono che non si trattava di un’azione partigiana armata e che l’incidente era stato causato da un loro camerata, il tenente di pattuglia ordinò il rilascio degli ostaggi.
L'ufficiale, avendo considerato che Neutro Spinozzi era disarmato e il Fileni era accorso per sedare lo scontro, si limitò a bruciare le case di Pasquale Piunti, ove si era rifugiato il Commissario Prefettizio Anelli e quella di Attilio Bollettini, che era di fronte.

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